Schemi Gazzetta teatrale 2024, una rassegna di storie Il 23 marzo c’è Romeo e Giulietta 1.1, produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza

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Anghiari- Al Teatro dei Ricomposti l’anteprima della stagione teatrale con lo spettacolo D all’ennesima con Giovanna Guariniello, regia e voce Alessandra Chieli per la Giornata internazionale dei Diritti della Donna ha riscosso notevole apprezzamento, ed ora il Teatro di Anghiari si prepara per la prima il 23 marzo. Schemi Gazzetta teatrale 2024, una rassegna di storie. Per entrare e uscire dagli schemi. Per fissare qualcosa seduti su una poltrona e riportare a casa uno sguardo diverso. Cantare e decantare, ridare un peso specifico alle parole e trovare le parole dietro un pezzo danzato. Un argine al caos e alle brutture del mondo impestato. Schemi viene incontro alla primavera, che patisce l’ingiusta arsura dei tempi, infestati di luoghi comuni malati che non sono mezzo gaudio: l’altra metà del gaudio per noi è il Teatro, per voi non so… Ma se arrivate fin qui a leggere, una speranza c’è. Gli schemi sono storie, raccontate con tutte le possibilità, su campi incolti, asfaltati o coltivati. Miti antichi e moderni, eterni come i nervi degli esseri viventi, sistema unico di quella elettricità poetica che ci tiene vivi. Cervelli connessi e dimmerabili, dimmerabile è l’aggettivo che vuol dire letteralmente dalla luminosità regolabile, dentro un Teatro che ha 235 anni. Il 23 marzo, alle 21, c’è Romeo e Giulietta 1.1. Una produzione Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza Centro di Rilevante Interesse Nazionale in coproduzione con Orizzonti Festival Fondazione in collaborazione con Le Mouvement Mons Festival (Belgio) con il sostegno di Mic, il Ministero della Cultura e Regione Siciliana. Cosa ci fa sentire sfocati, quando ci sentiamo sfocati? Tecnicamente, (in ottica, fotografia, cinema), la sfocatura è una questione di distanza. La distanza tra il centro focale dell’obiettivo e “l’oggetto” inquadrato, se questa distanza è inferiore o superiore ad una certa misura l’oggetto risulta, appunto, sfocato. Riportando tutto ai due amanti di Verona ci sentiamo sfocati quando percepiamo che la distanza tra noi e il mondo, tra noi e l’amato non è quella giusta, quando la distanza che ci separa dall’essere amato è condizionata dal proprio essere nel mondo, quando siamo, ci sentiamo, crediamo di essere, troppo vicini, o troppo lontani. Siamo tutti Romeo e Giulietta. Nella versione 1.1 il coreografo ha spostato la propria messa a fuoco, concentrandola più che sulla coppia di innamorati, sulla loro individualità di esseri che vivono singolarmente un disagio soprattutto sociale. Nelle note vicissitudini scespiriane si arriva all’amore sublimato dalla morte (e viceversa), la versione 1.1 vuole riflettere e al contempo ribellarsi ad un tempo storico (oggi) dove la pulsione di morte è sublimata solo da se stessa e contrapporle passione e rispetto nei confronti della vita. Una riproposizione di Romeo e Giulietta che non vuole parlare d’amore ma essere un atto d’amore verso la vita.

amc