Tovaglia a Quadri sempre al Castello di Sorci, torna con Gravidansia Accattivante anche il menù della serata prodotti territoriali da filiera corta d’Appennino

cena spettacolo

Anghiari- Niente da fare per lo splendido centro storico la cena con spettacolo, al 28° anno, Tovaglia a Quadri sempre al Castello di Sorci, anche questo degno scenario, torna con Gravidansia, una storia di Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini per la regia di Andrea Merendelli e con la partecipazione della Compagnia dei Ricomposti ed ecco la storia. Nessun Primo, Secondo, Terzo, Quartilio, Quinto, Sisto e Settimio… Dov’è quel brulicare di figli delle stalle che una volta riempiva le aie dei poderi, le scalinate in piazza e il cortile del Castello? Dove sono oggi i “citti”? I numeri sono feroci, soprattutto per la Toscana, destinata fra pochi anni al punto zero della natalità. Un tempo si emigrava per trovare spazio, oggi lo spazio ci sarebbe ma non nascono nuove stelle per riempirlo, in questo tempo “tutto di corsa” che blocca ogni desiderio. Ma c’è anche il vuoto dei portafogli e l’ansia per una sanità precaria come il futuro. Le uova incerte non si schiudono. Ripopolare un paese per vecchi è la speranza. Ma come? Il nome Sorci è una garanzia di proliferazione. Ma i “citti” non sono topolini, e i cuccioli non sostituiscono i figli. Ci vorrebbe un by-pass per sbloccare il desiderio, perché i figli dalle stelle tornino in pancia. Per la serata finale il 19 agosto diretta con il Circolo Toscano di La Plata Argentina e l’Associazione Città Gemellatte e Gemellaggio Anghiari-La Plata / La Plata-Anghiari. Accattivante come sempre anche il menù della serata, determinante per far aumentare le prenotazioni per partecipare all’evento tra i più importanti della cittadina anghiarese, si sta a tavola per godersi lo spettacolo e per gustare i prodotti territoriali da filiera corta d’Appennino, crostini rossi e neri toscani, prosciutto e formaggio, bringoli al sugo finto, stracotto di chianina al Chianti, contorno di verdure, torcolo e cantucci per non parlare di vino doc e vinsanto altrettanto del contadino.

Anna Maria Citernesi