Riqualificazione piazza Torre di Berta freno da Roma Tutelare senza superficialità e strumentalizzazione l’identità della città pietra e cotto bella novità

sansepolcro comune

Sansepolcro- L’identità di Sansepolcro la si può cogliere sia nella pietra serena, con la quale è attualmente rivestita piazza Torre di Berta, ed è vero che le piazze del Borgo sono sempre state tutte in pietra, che nel cotto, basti pensare alle vasche di Porta Romana, ai resti della porta stessa del Rione più antico della città oppure anche ai bei palazzi storici e gentilizi, ad esempio la facciata del pregevole di Palazzo Fabbriciani in via Aggiunti, tutto in cotto con rilievi e portale in pietra ed in tanti altri elementi di arredo che meriterebbero di essere valorizzati. La storia poi non è solo quella del passato è anche quella dei secoli più recenti ed andrebbe studiata più a fondo. Tutelare senza superficialità e strumentalizzazione l’identità della città è l’imperativo categorico, il progetto del Comune di riqualificazione di piazza Torre di Berta certamente uno dei simboli della città, con il quadrato in pietra che mette in risalto il luogo esatto dove sorgeva l’antica torre, fatta saltare in aria dai soldati nazisti in ritirata il 31 luglio del 1944, circondato da cotto e poi ancora completata con pietra serena una bella novità, sia dal punto di vista estetico superando il grigiore e la monotonia della piazza tutta in pietra, che dal punto di vista pratico visto che il cotto essendo più resistente della pietra dura più a lungo, ma potrebbe mordere il freno, per colpa di Fratelli d’Italia che fanno riferimento alla consigliera comunale Laura Chieli all’opposizione del centro destra che ha insediato il sindaco Fabrizio Innocenti e che ha lavorato celermente e con cognizione di causa al progetto di rigenerazione urbana finanziato con fondi Pnrr, 5 milioni di euro in numerosi interventi nel centro storico ed aree circostanti le mura urbane, non bisogna avere paura dei cambiamenti o rifugiarsi in mentalità da medioevo profondo, il cotto è previsto per le pavimentazioni anche di piazza Santa Marta proprio a Porta Romana ed in piazza Dotti. Il freno arriva da Roma, la solita burocrazia si dirà. Il soprintendente speciale per il Pnrr Luigi La Rocca ha accolto le osservazioni del soprintendente di Arezzo, Siena e Grosseto con alla guida Gabriele Nannetti, vorrebbe indicare al Comune la strada, speriamo che il livello politico romano approfittando delle pur legittime ambizioni di personaggi “politici” locali poco esperti non si muova nell’intento di tagliare fondi, del resto come sostenevano personaggi politici come dire più navigati a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca. A giugno la relazione di Nannetti proponeva “Dopo gli approfondimenti istruttori eseguiti, la Soprintendenza propone di estendere la realizzazione del tradizionale lastricato in pietra serena anche in corrispondenza delle superfici ove il progetto prevede l’esecuzione di inserti in mattone a coltello, al fine di assicurare una soluzione formale, materica e cromatica maggiormente coerente con la tradizionalità storico-costruttiva locale tipica del centro biturgense” Nannetti poi rimanda la valutazione finale a La Rocca. E La Rocca nella relazione tecnica del 2 agosto, giorno in cui negli anni si sono verificati diversi invii e arrivi da più parti di “comunicazioni” e “documenti” anche clamorosi al Comune “Le opere previste, allo stato attuale delle conoscenze, risultano compatibili con le esigenze di tutela del patrimonio culturale, purchè nel rispetto delle prescrizioni ivi indicate, siano improntate prioritariamente al restauro e al mantenimento delle superfici lastricate in pietra, limitando le sostituzioni con nuovo materiale ai soli elementi fortemente degradati”. Ma nel complesso del suo elemento di pietra serena piazza Torre di Berta non è forse fortemente degradata?! Gli intarsi in cotto rimandano alle più belle piazze italiane e toscane e poi si tratta solo di una pavimentazione, che dopo decenni dovrà essere riqualificata di nuovo, non è il caso di risparmiare fondi in questo periodo storico della città è semmai il caso di investire tutto il possibile.

Anna Maria Citernesi