Resurrezione di Niccolò di Segna proprietà comunale cittadini rassicurati il Comune non si accollerà nessuna spesa per il restauro dell’opera

sansepolcro don giancarlo rapaccini

Sansepolcro- Ricognizione opere di proprietà della Diocesi in deposito al Museo Civico per esposizione e l’autorizzazione al restauro dell’opera Resurrezione di Niccolò di Segna di proprietà comunale per intervento da parte di privato proposto dalla parrocchia comprensivo anche di una migliore illuminazione è stato argomento di un recente Consiglio comunale, che peraltro lo scorso maggio aveva approvato la convenzione Parrocchia-Capitolo Cattedrale, Diocesi Arezzo-Cortona-Sansepolcro Soprintendenza Beni Aaas Comune. E’ giusto che i cittadini siano rassicurati che il Comune non si accollerà nessuna spesa per il restauro dell’opera in città c’era stata preoccupazione in tal senso. Il dipinto è ritenuto dipinto che ispirò Piero della Francesca nell’affrescare La Resurrezione, la città conserva tante risorse artistiche, tesori custoditi per lo più in centro storico e tuttavia poco conosciuti, tra questi senza dubbio il dipinto Resurrezione di Niccolò di Segna posto sull’altare maggiore della Cattedrale. Tra le altre “La Diocesi detiene l’opera di proprietà del Comune Resurrezione di Niccolò di Segna, esposta alla visione e alla devozione della comunità nell’altare maggiore del Duomo di Sansepolcro; La Diocesi ha avanzato al Comune la richiesta di poter restaurare l’opera suddetta, avendo ricevuto notizia di potenziali finanziamenti finalizzati a tale scopo; Il Comune accogliere favorevolmente la richiesta della Diocesi e quindi acconsente, in qualità di proprietario del bene, al restauro dell’opera, fatte salve la necessaria autorizzazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo, e tutte le prescrizioni che vorrà dare la Soprintendenza nel caso di autorizzazione al restauro; Nessuna spesa e nessun onere, diretto o indiretto, nel caso di eventuale autorizzazione al restauro da parte della Soprintendenza, dovrà gravare sul bilancio comunale, pertanto la Diocesi, avviando il restauro, solleva il Comune da qualsiasi onere e spesa ad esso relativa e/o connessa; la Diocesi, in caso di avvio del restauro sull’opera comunale, si impegna a tener puntualmente informato il Comune sull’andamento degli interventi in ogni loro fase.”, l’Ufficio Beni Diocesani di Arte Sacra di Arezzo ha successivamente comunicato e precisato in particolare che l’opera non è detenuta dalla Diocesi bensì dalla Parrocchia, che ha propria personalità giuridica, ai fini del restauro del polittico di Niccolò di Segna, di proprietà del Comune, gli accordi relativi al restauro, che non fanno parte dell’ordinaria conservazione dell’opera, dovranno essere ufficialmente formalizzati con decreto vescovile, opportuno precisare che l’autorizzazione al restauro, avanzata dal parroco don Giancarlo Rapaccini (nella foto), è rilasciata dal Comune direttamente alla parrocchia di San Giovanni, e la Parrocchia stessa, avviando il restauro, solleva il Comune da qualsiasi onere e spesa ad esso relativa e/o connessa, quindi la Giunta precisa, e lo ha fatto anche con apposita delibera, che il Parroco della Concattedrale  ha avanzato richiesta di autorizzazione al restauro dell’opera di proprietà del Comune Resurrezione di Niccolò di Segna, esposta alla visione e alla devozione della comunità nell’altare maggiore del Duomo, il Comune, con propria delibera del Consiglio comunale ha accolto favorevolmente la suddetta richiesta ed ha acconsentito, in qualità di proprietario del bene, al restauro dell’opera, fatte salve la necessaria autorizzazione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Siena, Grosseto e Arezzo, e tutte le prescrizioni che vorrà dare la Soprintendenza stessa nel caso di autorizzazione al restauro, il Comune pertanto autorizza la Parrocchia di San Giovanni al restauro dell’opera, nessuna spesa e nessun onere, diretto o indiretto, nel caso di eventuale autorizzazione al restauro da parte della Soprintendenza, dovrà gravare sul bilancio comunale, pertanto la Parrocchia stessa, avviando il restauro, solleva il Comune da qualsiasi onere e spesa ad esso relativa e/o connessa. Vicenda chiusa i cittadini possono stare sereni.

Anna Maria Citernesi