Inaugurata a Palazzo del Podestà di Città di Castello, la mostra bipersonale di pittura dal titolo “Fusion Art”

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Sansepolcro- Inaugurata a Palazzo del Podestà di Città di Castello, la mostra bipersonale di pittura dal titolo “Fusion Art” di Anna Maria Artista Conti e Daniele Marconi visitabile fino al 13 febbraio, tutti i giorni dalle 10 alle 12 e della 16 alle 19. La Conti originaria della Ciociaria ma residente da anni a Sansepolcro è diplomata all’istituto d’arte Giovagnoli, è stato possibile spesso vedere le sue opere nelle collettive della Compagnia Artisti di Sansepolcro e in quelle dell’associazione culturale amici dell’arte e Ciao Umbria ma qualche volta anche in quelle dell’associazione Nautartis di Gubbio con la quale ha partecipato a eventi espositivi in Giappone a Osaka nel 2016, e, tra l’altro, nel 2017 a Spa in Belgio e a Parigi. Marconi di Città di Castello è un creativo autodidatta con all’attivo varie occasioni espositive ed è a Città di Castello a Palazzo del podestà nel 2008 e poi a Bratislava sempre nel 2008 e il suo lavoro è stato visto anche nell’ambito di una collettiva ad Ortigia nel 2011. La Conti e Marconi hanno recentemente partecipato ad alcune estemporanee e hanno partecipato insieme alla più recente edizione del Premio di Pittura Fighille Arte. La Conti ha una pittura dal gusto cromatico acceso e, anche quando abbandona la tavolozza più viva e predilige il bianco e nero, si dedica a soggetti etnici, a paesaggi di nazioni diverse e a evocative sensazioni provenienti dai paesi lontani e comunque, spesso, contrassegnati almeno da un tocco di colore acceso. Per lei la pittura è un’evasione mentale e culturale che le permette di viaggiare nel mondo, questa volta ci regala soprattutto opere sul tema del Giappone. Questo luogo rigoroso, dove la tradizione e la storia passano anche attraverso kimoni, pettinature, colori e un territorio in un paesaggio naturale a tratti ancora incontaminato, sembra essere il palcoscenico ideale per le creazioni di questa creativa. Caleidoscopico invece il mondo pittorico di Daniele Marconi che predilige dipingere la figura umana facendo omaggi a Maestri del Novecento, a Picasso, ad altri e giocando con gli stili attraverso un cammino fatto di opere che sembrano quasi fumetti, ritratti, quadri che raccontano sentimenti e voci interiori dell’uomo piuttosto che la cronachistica contemporanea della sua età. Anche quando si dedica alla sua Città di Castello, la ritrae surreale con colori fantascientifici e quindi ci consegna una dimensione intimista. Anche lui spesso si concede a una gamma cromatica accesa. In questo senso le opere della Conti stanno perfettamente a loro agio accanto a quelle di Marconi e viceversa e i due giovani creativi dimostrano di essere alla ricerca di certezze artistiche, non sottraendosi alla sperimentazione e al desiderio di crearsi uno stile proprio. Nelle produzione di entrambi gli autori, se è proprio necessario trovare delle assonanze, dobbiamo dire che spicca una interesse alla sorpresa, alla meraviglia. Alla conquista, al viaggio, quello che l’una fa con la ricerca di luoghi lontani, l’altro persegue con l’individuazione nel proprio mondo interiore di paure e di momenti introspettivi. Per la verità, questo è un filone presente anche nel lavoro della Conti che, forse, è rappresentato meno in questa esposizione. Alla fine diremo però che più che interessarci i punti in comune dei due, ci interessa il piacevole confronto che questi creativi stanno mettendo in atto, attività che li porterà, senza margine di dubbio, ad una crescita, ad una conoscenza e una consapevolezza di sé che stanno alla base della necessità di prendere atto dei propri poteri creativi.

Amc