Ultimi giorni per visitare la mostra di pittura di Stefano Camaiti Dieci tele di primavera aperta fino a domenica prossima a Palazzo Pretorio

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Sansepolcro- Ultimi giorni per visitare la mostra di pittura di Stefano Camaiti Dieci tele di primavera aperta fino a domenica prossima a Palazzo Pretorio. Le dieci tele sono realizzate nel 2020 con la insolita e difficile tecnica della spatola che rende le opere più materiche del solito, a cui si aggiunge un complemento di tre piatti dipinti sempre con soggetti floreali e sono tutte incentrate nella raffigurazione primaverile di angoli di Sansepolcro e delle colline limitrofe sono nella Sala esposizioni. Stefano Camaiti, da molti indicato come uno dei migliori pittori di un territorio ampio si è sempre distinto per un segno perito ed istintivo che in maniera spontanea regala l’emozione della verità più intima ed individuale, pervasi come sono i suoi quadri di uno sguardo serafico su attimi di infinito, i quadri di Camaiti sono senza tempo e non tanto perché nella maggior parte dei soggetti scelti non ci sono indicazioni temporali ben precise ma perché, anche quando l’opera include un edificio o un cartello stradale, un manifesto o una automobile, lo sguardo dell’autore è focalizzato su una emozione, una stagione o una narrazione che travalica la contemporaneità del momento. “Il mio desiderio è quello di omaggiare un artista che, con il suo carattere introverso e davvero libero, si è, a parer mio, esposto troppo poco” ha scritto Ugo Agostinelli nella presentazione alla mostra “In momenti come questo dove il mondo dell’arte è messo in serio pericolo da una superficialità comune, la lotta per la sopravvivenza è davvero necessaria, ma da soli si va poco lontani. Ho deciso quindi di creare un gruppo, per riuscire a preservare e promulgare l’arte di questo nostro eccezionale pittore, che si pone, sicuramente, al pari di molti autori che sono oggi esposti in bella vista sulle pareti di musei nazionali e internazionali”. “Sulle orme di Dante”, “Fonte di Dante”, “Verso Cerbaiolo”, “Un vecchio saggio”, “Glicine a Porta del Castello”, “La Basilica a primavera”, “Il melo insanguinato”, “Porta Libera”, “Geometrie primaverili”, “Il luogo della rosa” questi i titoli che scriviamo tutti e non tanto perché soli dieci, ma piuttosto perché anche questi seguono il filo della filosofia dell’artista, fatta di narrazione pittorica attenta a seguire il segno della storia. Infine occorre dire che, come tutte le grandi opere d’arte, le opere di Camaiti finiscono per cambiarla un po’ la storia diventando esse stesse protagoniste, stigmatizzando un episodio, sottolineandolo, ampliandolo, accreditandolo e infine, più semplicemente, entrando nel nostro immaginario di palcoscenico ideale.”.

Anna Maria Citernesi