OroArezzo ultimo giorno della fiera aretina Nella quattro giorni i padiglioni da sfondo ad un momento di confronto sullo scenario economico internazionale e sulle ricadute per il settore orafo italiano, rapporto presentato da Enrico Quintavalle responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato

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Arezzo- OroArezzo ultimo giorno della fiera aretina. Nel corso della quattro giorni i padiglioni di OroArezzo hanno fatto da sfondo ad un importante momento di confronto sullo scenario economico internazionale e sulle ricadute per il settore orafo italiano. Elemento centrale del talk show, promosso dalla Consulta Orafa, l’analisi di Enrico Quintavalle responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, con una relazione dal titolo emblematico Imprese e made in Italy dell’oreficeria, le sfide del nuovo (dis)ordine mondiale. Una riflessione dedicata a tutti gli imprenditori del settore, per orientarsi in questo delicato momento e per analizzare le trasformazioni in atto nei mercati globali e il posizionamento del Made in Italy orafo. Accanto a lui sono intervenute voci autorevoli del comparto, Luca Parrini presidente della Consulta Orafa e degli Orafi di Confartigianato, Mauro Benvenuto presidente Cna Orafi Arezzo, Giordana Giordini presidente di Confindustria Orafi, Massimo Guasconi presidente della Camera di Commercio di Arezzo-Siena e Matteo Farsura direttore della divisione Jewellery & Fashion di Italian Exhibition Group. L’evento è stato moderato dal segretario generale della Camera di Commercio Arezzo-Siena Marco Randellini. “OROAREZZO è un importante banco di prova” ha spiegato Parrini “per testare il sentiment dei buyer internazionali nell’attuale congiuntura economica. È certamente un momento di difficoltà, legato alle tensioni internazionali ed alle politiche sui dazi. Dopo la frenata che si è registrata nei primi mesi dell’anno, la Fiera rappresenta anche una dimostrazione della voglia che hanno le aziende di rimanere sul mercato, combattere questa crisi e mostrare tutta la loro resilienza. Il confronto con i buyer è centrale per costruire i percorsi del prossimo futuro e comprendere le loro opinioni e sensazioni. Dobbiamo sicuramente metterci nei panni di chi deve acquistare il nostro prodotto e quindi realizzare, in questa fase, pezzi che vadano incontro a queste esigenze. Il dialogo è centrale per superare questa fase”. “L’incontro di questa mattina ha confermato come le attuali tensioni geopolitiche e la guerra commerciale in corso rappresentino una seria minaccia per il settore della gioielleria” ha affermato Guasconi. “Negli ultimi anni, le nostre produzioni hanno conquistato i mercati internazionali, contribuendo in modo significativo alla bilancia commerciale italiana grazie all’innovazione e alla resilienza dei nostri imprenditori. A maggior ragione occorre quindi sottolineare l’importanza di eventi come OROAREZZO, che forniscono un supporto essenziale alle imprese del settore, offrendo visibilità e opportunità di business. È altresì necessario monitorare attentamente l’evoluzione della situazione e supportare attivamente le nostre aziende soprattutto nella diversificazione dei mercati di sbocco esteri, strategia obbligata per ridurne la vulnerabilità nei confronti di shock esterni e fluttuazioni della domanda.”. “Il rapporto che abbiamo presentato” ha commentato Quintavalle “mette in evidenza come il settore dell’oreficeria in particolare quello della provincia di Arezzo, sia inserito in questa elevata turbolenza a livello globale. C’è stata una buona performance nel corso del 2024, ma concentrata solo su un mercato, quello della Turchia. Serve oggi una maggior diversificazione, anche per fronteggiare gli impatti e le conseguenze dell’applicazione di dazi, che potrebbero pesare per oltre 10 punti percentuali su un export verso gli Stati Uniti che vale 1,5 miliardi di euro”.