I Primi dei primi festival dedicato ai primi piatti di pasta condita con salse Piazza Berta fulcro della manifestazione spazio da lasciare libero per le manifestazioni, l’evento da riproporre come sagra

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Sansepolcro- Che cos’è la manifestazione I Primi dei primi, o Primi dei Primi o ancora Primi dei primi addirittura Primo dei Primi e Il Primo dei primi giusto per rendere l’idea della confusione delle persone a proposito della della tre giorni di week end in centro storico, è la domanda più ricorrente rivolta ancora in questi giorni dai cittadini a Pagina Valtiberina, in molti borghesi non sapevano e non capivano che cosa ci fosse in piazza e in che cosa consistesse la tre giorni di manifestazione. Riepilogando è stato un festival dedicato ai primi piatti, cioè alla pasta artigianale ed industriale condita con salse, e della cultura gastronomica italiana nella città, che è stato il primo luogo di produzione industriale della pasta. La libera intrapresa artigianale e commerciale caratterizza l’identità dei borghesi più ancora che il commercio o l’agricoltura, la tradizione cerealicola in realtà è piuttosto scandente, la cultura della zolla è più tipica delle vicine Anghiari e Monterchi e del vicino versante umbro. La manifestazione si è svolta coinvolgendo tutto il centro storico con locali sfitti occupati da chef e meno chef per laboratori culinari, ma anche per esposizioni promozionali di prodotti alimentari enogastromomici italiani a tema pasta principalmente, i negozi sono stati addobbati a tema, la pasta è stata e sarà la protagonista della manifestazione. Aperta con una cena di gala nel chiostro della chiesa di San Francesco, “spaghettata” di mezzanotte la serata successiva e pranzo della domenica sotto le logge comunali nella giornata conclusiva, ogni giorno talk show, degustazioni, assaggi, mini corsi di cucina, dimostrazioni di chef stellati da tutto il globo, incontri e conferenze, mostre con l’appendice del concorso per il miglior vinsanto. Piazza Berta è stata il fulcro della manifestazione, se ne conferma l’importanza come spazio da lasciare libero tutto l’anno per le manifestazioni, addobbata con un manto erboso, festoni di grano e spighe e piena di gazebo a tema. Ideatori e realizzatori della manifestazione la Confcommercio aretina in collaborazione con Terretrusche Events che organizza eventi enogastronomici da circa vent’anni e che ha veicolato gli chef stellati, ce ne erano anche di locali, ed il Comune che ha investito risorse economiche. Che sia un qualcosa di nuovo che ha prodotto un po’ più di movimento è un fatto, un evento da riproporre magari come sagra per una più vasta accessibilità di avventori con piatti a costi più democratici, e comunque lasciando spazio anche a una cena o pranzo conviviale più costoso, per non farne unicamente un festival, nelle analisi che circolano, ristretto a quanti se lo possono permettere economicamente, non dipende certo dagli organizzatori, le potenzialità ci sono e la manifestazione è ampiamente migliorabile e su questo deve lavorare l’amministrazione del sindaco Fabrizio Innocenti che l’ha voluta. Si può fare di meglio che indossare di nuovo il vestito della festa con le scarpe rotte e trovarsi impreparati anche nel 2026. A partire dal doveroso omaggio alla dinastia che come nessun altra ha reso grande il Borgo a quasi duecento anni dall’intrapresa dell’industria Buitoni conservando degnamente e mentendo nel decoro quello che rimane della storia della Buitoni, il monumento dedicato a Giovanni Buitoni e rispettando le promesse di realizzazione del Museo Buitoni, i vari festival, manifestazioni e sagre vanno e vengono a fortune alterne, sono i fatti contano, specialmente considerando che l’evento, che volendo essere generosi lo si può considerare un progetto, denominato Sansepolcro, Città della Pasta- Primi dei Primi, è costato qualcosa come 56.110 eurini. Una considerazione a margine cena e pranzo omaggi in spille e tovaglioli, dispiace però che l’imprenditoria storica della camiceria come la Ingram ha scelto di non produrre più al Borgo, comunque sia la produzione di pasta al Borgo prosegue a marchio Delverde ed anche la famiglia Mastrolia è amica del Borgo e dei borghesi.

Anna Maria Citernesi