Armando Testa. Cucù-Tetè l’arte di sorprendere a Palazzo delle Papesse Siena ospita una retrospettiva sul genio visionario che ha rivoluzionato la comunicazione visiva italiana
Siena- “Guardi un lavoro di Armando Testa e credi di averlo compreso, ma subito ti accorgi che c’è dell’altro: una piega inattesa, un senso che si ribalta. È la cifra della sua opera: una rivelazione che diventa meraviglia”. Così Gemma De Angelis Testa spiega l’espressione giocosa che accompagna il titolo della mostra. Dal 21 novembre 2025 al 3 maggio, il Palazzo delle Papesse ospita una grande retrospettiva dedicata a Armando Testa (1917–1992), a cura di Valentino Catricalà e Gemma De Angelis Testa, prodotta da Opera Laboratori in collaborazione con Galleria Continua e Testa per Testa S.r.l. Come sottolinea Valentino Catricalà “Scrivere su Armando Testa non è impresa facile. Quale altro personaggio fondamentale della cultura italiana può essere paragonato a lui? Cos’è Testa? Siamo sicuri che sia solamente un grande e geniale pubblicitario? Ecco, questo testo e questa mostra vogliono scardinare proprio tale impostazione…”. La mostra riunisce circa duecento opere tra manifesti, dipinti, installazioni, sculture, fotografie, materiali audiovisivi, i segni preparatori e di ricerca, offrendo un ritratto a tutto tondo di chi fu non solo il più celebre pubblicitario italiano, ma anche artista, grafico e inventore di linguaggi visivi radicalmente nuovi. Un’attenzione particolare è riservata all’aspetto audiovisivo: in alcune sale chiave, televisori a tubo catodico riproducono caroselli e filmati d’epoca restituendo la forza multisensoriale di un linguaggio innovativo e immersivo. L’esposizione mette in luce come le intuizioni comunicative di Testa siano spesso nate da un processo creativo che partiva dall’arte per trasformarsi in linguaggio universale, capace di parlare a tutti. Testa ha reinventato la comunicazione visiva, trasformando il vedere in un’esperienza altamente coinvolgente. Non a caso, Gillo Dorfles lo definì un “visualizzatore globale”. Cuore concettuale del percorso è la “nicchia” situata al secondo piano, interamente ricoperta da oltre 400 disegni: un flusso ininterrotto di forme che restituisce visivamente il processo creativo di Testa, la sua inesauribile vena immaginifica. Un’altra installazione-chiave è allestita nello spazio del caveau, dove la celebre Lampadina Limone (1968) è esposta in un ambiente completamente buio, illuminata da un unico spot: qui l’opera diventa la metafora dell’intuizione geniale. Il percorso si apre al primo piano con una “comfort zone visiva”, che raccoglie alcune delle opere più iconiche: dal celebre manifesto Punt e Mes (1960), con le sue declinazioni pittoriche, ai manifesti fluorescenti del Gotto (1952) e Il brindisi dei due re (1949) realizzati per la Carpano, fino alle campagne per Borsalino e ai manifesti per le Olimpiadi di Roma del 1960. Seguono le sezioni dedicate al rapporto fra arte, industria e tecnologia, con manifesti e disegni preparatori rari (Profilo Italia, 1990; Grafica 3, 1976; Esso Hydroforming, 1955; Il mondo delle torri, 1990), che testimoniano quanto l’attività grafica e pubblicitaria di Testa fosse trasversale e capace di tradurre in immagini le trasformazioni industriali e tecnologiche del proprio tempo. A chiusura di questo nucleo, è esposta anche la copertina realizzata per il gruppo musicale PIL nel 1991, ispirata a un suo lavoro del 1974. La retrospettiva dedica poi ampio spazio alla pittura, primo linguaggio di Testa e luogo di libertà assoluta, indipendente dalla committenza, nel quale emergono rimandi all’astrattismo americano ed echi naturalistici. Sono inoltre esposti per la prima volta alcuni manifesti inediti che restituiscono la profondità artistica del suo linguaggio visivo. La mostra prosegue con l’universo narrativo di Caballero e Carmencita, presentato insieme a materiali audiovisivi originali su tubo catodico. Al secondo piano il visitatore è accolto da un’altra installazione, dedicata al Pianeta Papalla, qui ricostruito in scala per immergere il pubblico in uno dei mondi visionari che hanno contribuito a definire la genialità comunicativa di Testa. A seguire, la sala dedicata alla “carica degli elefanti” Pirelli (1954), uno dei suoi primi lavori, icona di potenza e magnetismo, come osservava già Germano Celant. La retrospettiva include inoltre una sala dedicata al corpo, esplorato attraverso media differenti, dalla pubblicità alla fotografia, fino alla scultura e alla pittura, e secondo molteplici declinazioni: dal riferimento al corpo sacro, evocato dal capo reclinato della croce, al corpo pubblicitario, mai mostrato integralmente per preservare quell’elemento di mistero che chiama lo spettatore all’immaginazione, fino al corpo pittorico, ridotto a una parte per il tutto: il dito. Questa ossessione, legata agli inizi di Testa in tipografia, introduce il focus successivo su numeri e lettere, senza dimenticare le due sale dedicate agli animali e agli esperimenti visivi sul cibo. La visita si conclude con il documentario Povero ma moderno (2009) di Pappi Corsicato, premiato alla 66ª Mostra del Cinema di Venezia (sezione Orizzonti – Premio Speciale F. Pasinetti). A corredo dell’esposizione, un volume edito da Sillabe raccoglie per la prima volta i testi di alcuni tra i maggiori studiosi che hanno scritto su Testa da Gillo Dorfles a Germano Celant, passando per Jeffrey Deitch e Vincenzo De Bellis, insieme a testimonianze di artisti contemporanei quali Michelangelo Pistoletto, Paola Pivi, Grazia Toderi e Haim Steinbach, per citarne solo alcuni. “Dopo le grandi esposizioni dedicate a Julio Le Parc e Hugo Pratt” spiega Beppe Costa, presidente e amministratore delegato di Opera Laboratori “la retrospettiva su Armando Testa prosegue il percorso di valorizzazione del Palazzo delle Papesse come centro espositivo aperto alla contaminazione tra linguaggi, tra arte e comunicazione. Testa è un simbolo della creatività italiana, ed accogliere la sua arte a Siena significa non solo rendere omaggio a un maestro, ma riaffermare il valore della cultura come motore di innovazione e partecipazione”. Ad arricchire la visita allo storico edificio, al piano terra, ci saranno una libreria con merchandising e prodotti dedicati e un bistrot accessibili, così come tutte le altre sale, anche per chi ha difficoltà motorie. A sostenere il progetto culturale del Palazzo sono intervenuti anche Estra, Terre Cablate, il Consorzio del Vino Brunello di Montalcino e Lavazza, mentre media partner dell’evento saranno QN – La Nazione e Canale 3 Toscana. Palazzo delle Papesse offrirà attività didattiche, visite inclusive e laboratori attraverso il progetto Papesse Lab, con l’obiettivo di avvicinare il pubblico all’arte e ampliare lo sguardo dello spettatore, qualunque età abbia, indagando nelle pieghe della realtà. Per partecipare a tutti gli eventi e gli appuntamenti espositivi del 2026 Opera Laboratori promuove una card, la “tessera del curioso”, acquistabile online oppure presso la biglietteria del Palazzo, che consentirà accessi illimitati entro un anno dall’attivazione e una scontistica sui prodotti in vendita al bookshop, sulle consumazioni in caffetteria e sui laboratori didattici. Al termine dell’anno, i titolari della tessera potranno rinnovarla, proseguendo così l’esperienza con accessi illimitati a mostre, eventi e iniziative: un’opportunità per rimanere connessi con l’attività culturale di Palazzo delle Papesse.