Processo crac Etruria “Banca spolpata e condotta allo sfacelo” j’accuse di Santoni Stamani nell’aula del gip Borraccia sfilata imputati tutti filoni della bancarotta

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Arezzo- Specialmente ad Arezzo, “Storia incredibile di mala gestio dolosamente e/o con colpa grave perpetrata ai danni della società e dei suoi creditori (oltre che ovviamente dei risparmiatori e della stressa credibilità del sistema bancario italiano) Una banca popolare assai radicata nel territorio, potenzialmente idonea a un proficuo esercizio dell’attività creditizia è stata nel giro di alcuni anni letteralmente condotta allo sfacelo. la banca è crollata risultando totalmente spolpata sotto il peso di una serie di errori madornali…e di atti di gestione del tutto ingiustificati e gravemente pregiudizievoli, di violazione di ogni più elementare principio normativo e regolamentare o di correttezza professionale In questa paradossale corsa all’abisso non si sa bene se maggiore responsabilità vada attribuita a chi dolosamente e pervicacemente a curato i personali interessi propri o di propri sodali, ovvero a chi ha altrettanto colposamente assistito con inerte interesse allo scempio che avveniva sotto i suoi occhi” è l’inizio, e la prosecuzione in alcuni passaggi, dell’atto di citazione, in tutto 138 pagine, nel mirino, dopo qualche critica ad Elio Faralli, c’è soprattutto la gestione “Fornasari-Bronchi” che si è “contraddistinta per attività gestoria, con particolare riguardo alla anomala erogazione e successiva gestione dei crediti palesemente poste in essere non nell’interesse della banca, bensì, e con macroscopica evidenza, negli interessi personali del presidente, del direttore generale e di alcuni degli amministratori e dei sindaci”. Segue la ricostruzione dei finanziamenti in perdita per i quali chiedono 140 milioni di danni e della gestione dei deteriorati 112 milioni di risarcimenti. E’ l’azione di responsabilità avviata dinnanzi al Tribunale civile di Roma dal commissario liquidatore dell’ex Etruria, Giuseppe Santoni, un j’accuse pesantissimo in un atto ufficiale. Insieme ad una richiesta danni mai vista nella lunga, e non sempre gloriosa, storia del sistema bancario italiano: ben 576 milioni, 464 dei quali a carico di 37 ex amministratori di Bpel o loro eredi: due ex presidenti, 4 ex vicepresidenti (e c’è anche Pierluigi Boschi padre del sottosegretario a Palazzo Chigi), un ex direttore generale, trenta fra ex consiglieri e ex sindaci revisori. con un conto nel conto che fa ancora più clamore: ben 212 milioni di risarcimento sollecitati per la mancata fusione con Popolare Vicenza del giugno 2014. Una stangata che l’avvocato dell’Avvocato, cioè Antonio Briguglio, professore di diritto amministrativo a Tor Vergata, cha assiste Santoni, anche lui docente di diritto nella stessa università romana, giustifica dipingendo un quadro foschissimo. reazione indignata di fonti vicine all’ultimo presidente. Un altro gruppo di amministratori non esecutivi fa notare come si imputino adesso finanziamenti precedenti al 2010, quando persino l’ispezione di Banca d’Italia si era conclusa senza sanzioni. La battaglia legale è appena iniziata. Stamani nell’aula del gip Giampiero Borraccia sfilata di imputati di tutti i filoni della bancarotta Etruria. anche gli ex sindaci (reato colposo) anche la liquidazione dell’ex direttore generale Luca Bronchi (qui ipotesi fraudolenta) insieme a Lorenzo Rosi col quale trattò la buonuscita da 1,2 milioni (700 mila euro netti), gli accusati del filone principale di bancarotta (Yatch Etruria, Sacci, San Carlo Borromeo e altro) e dell’inchiesta bis, protagonista principale l’ex consigliere d’amministrazione Alberto Rigotti. sotto scacco si ritrovano due ex presidenti, tre vice, Bronchi ed ex membri cda. Manca Boschi, vicepresidente nell’ultimo cda, per il quale pare imminente l’archiviazione contro tredici per l’unico capo d’accusa, la liquidazione Bronchi. Se ogni casella va al suo posto, i vari filoni verranno riunificati per confluire in un unico processo, stamani c’è anche l’ammissione delle parti civili che ne hanno fatto richiesta, un numero record, 2500, superato solo dal crac Parmalat, per questo probabile che la decisione sulle parti civili venga spostata alla prossima udienza.

Amc La Nazione